Vacanze troppo lunghe?
- Pubblicato da Emanuela Cattaneo
- Categoria Cultura e società
- Data 14 Settembre 2023
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La pausa estiva italiana è la più lunga d’Europa. Ed ecco che, a lato di una pedagogia che per più aspetti sottolinea la fatica degli studenti a riprendere lo studio dopo tanto tempo, viene lanciata una petizione per andare a lezione anche a giugno e luglio: “Il nostro calendario scolastico segue il ciclo del grano” dicono i promotori. “Una pausa estiva così lunga moltiplica le disuguaglianze”.
14 SETTIMANE DI VUOTO
Non che i giovani studenti si lamentino, tutt’altro. Ma l’estate italiana, dal punto di vista educativo nonché familiare, sta diventando una preoccupazione crescente.
Da un lato, uno stacco così lungo provoca inevitabilmente una perdita di competenze che poi occorre sanare al rientro. E, ancora peggio, allentando il legame di quotidianità con scuola e studio si favorisce l’abbandono. Peraltro, la concentrazione del tempo dedicato al relax dallo studio in estate, non solo sfilaccia il legame con la scuola, ma rende il carico durante l’anno più intenso e pesante, portando gli studenti a vivere l’apprendimento come un fardello.
Dall’altro lato, un fatto meramente organizzativo ma con un doloroso risvolto sociale: le famiglie faticano a gestire lavoro e accudimento dei figli a casa, e spesso, naturalmente (nel nostro Paese) sono le madri a farne le spese.
“RISTUDIAMO IL CALENDARIO”
Per questo nasce l’iniziativa di WeWorld, organizzazione impegnata da 50 anni nella tutela dei diritti dei minori e delle donne, e di Mammadimerda, due simpaticissime e illuminate mamme che spopolano sui social: la petizione (attiva su weworld.it e change.org) si chiama “RISTUDIAMO IL CALENDARIO. Un nuovo tempo scuola NON è più RIMANDABILE”.
Insieme provano a dare concretezza, a imprimere una iniziale propulsione a una riforma scolastica che consideri finalmente le esigenze di studenti e famiglie.
Le proposte principali sono:
- scuole aperte in giugno e luglio con attività extra, rivedendo le pause annuali;
- tempo pieno dai 3 ai 14 anni in tutte le scuole.
Lo scopo è modernizzare il sistema scolastico, rendendolo
- sostenibile per gli studenti;
- compatibile con le esigenze delle famiglie;
- facilitatore dell’empowerment femminile.
LA SCUOLA DI UNA SOCIETÀ AGRICOLA
Un momento: ma perché da noi è così lunga l’estate? Racconta le motivazioni storiche di una pausa estiva così consistente, Francesca Fiore di Mammadimerda: “Il nostro calendario scolastico segue il ciclo del grano”, favoriva la messa a disposizione di braccia numerose per la campagna durante il periodo di maggior lavoro. Non occorre nemmeno dire che tale impostazione “non si allinea più alle esigenze contemporanee”.
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UNA SCUOLA PER RICCHI
D’altro canto, Dina Taddia, consigliera delegata di WeWorld, sottolinea l’altro aspetto del problema: “Una pausa estiva così lunga moltiplica le disuguaglianze”. Nel passato molte madri erano casalinghe e si occupavano dei figli durante i lunghi mesi estivi. Oggi la società è cambiata, non possiamo far finta che le donne non lavorino, che non abbiano la necessità e la volontà di partecipare al bilancio familiare o che per loro obiettivi e risultati personali debbano solo essere legati alla famiglia.
Ebbene, la scuola chiusa pesa sugli italiani con il costo importante di baby sitter e centri estivi. Ma, di costi importanti, per l'appunto, si tratta. Non tutti hanno accesso alle stesse opportunità durante l’estate. Quando la scuola è chiusa, molte risorse diventano inaccessibili, penalizzando chi proviene da contesti economicamente meno privilegiati, a volte più vulnerabili e più facilmente sedotti dall’idea dell’abbandono dello studio.
La notizia di questa petizione ci ha colpiti positivamente perché sul piatto c’è un tema che ci sta particolarmente a cuore: l’accessibilità. Lo studio è un impegno, spesso un sacrificio, non lo nascondiamo: ma pilastro fondamentale della scuola, qualsiasi essa sia, è eliminare tutti gli ostacoli possibili all’apprendimento, favorendo viceversa una relazione fruttuosa fra persone e conoscenza. E il primo fattore di accessibilità è proprio il tempo.