Studiare ascoltando la musica – Parte 1
Musica sì, musica no – Prima parte
A volte il silenzio può essere angosciante inducendo in noi la necessità di qualcosa che non ci faccia sentire soli. Ecco perché di solito piace avere della musica in sottofondo, fa compagnia, rilassa, dà pace. Ma la musica aiuta concentrarsi oppure distrae? Dipende dal tipo di attività e dal tipo di musica. E anche dalla persona. Insomma, parliamone.
Studiare, soprattutto per un diploma on line, cioè a casa e da soli, richiede impegno e concentrazione per ottimizzare gli sforzi: la musica favorisce il funzionamento del nostro cervello? La scienza che cosa dice in merito? Noi di scuole CODE abbiamo raccolto alcune ricerche e i dati sono piuttosto discordanti. Alcuni studi hanno dimostrato che ascoltare musica per studiare migliori l’attenzione e la memoria, così come la capacità di fare calcoli. Altre sperimentazioni ritengono, invece, che sia una distrazione e induca a procrastinare.
La scienza dice NO…
In uno studio pubblicato nel 2014, l’università di Stanford ha dimostrato che la musica influisce sulle aree cerebrali
coinvolte nell’attenzione, nella progettazione e nella memoria. Sono state utilizzate per il test immagini del
cervello – ottenute tramite risonanza magnetica – di persone mentre ascoltavano brevi brani di un compositore
del diciottesimo secolo. L’attività più intensa del cervello si è verificata nel momento di(breve) pausa di
silenzio tra i brani. I risultati quindi confermano informazioni già ottenute in precedenti studi basati
sull’esperienza musicale che hanno dimostrato come ogni persona sia attivamente impegnata, almeno inconsciamente, nel porre attenzione sull’andamento di un brano musicale.
In pratica, cioè, svolgere un’attività che richiede particolare attenzione mentre si ascolta musica è più
faticoso poiché si tende a focalizzarsi su di essainvece che su quello che si sta facendo.
…la scienza dice SI
In uno studio dell’Università di Birmingham UKvieneinvece dimostrato che la musica risulta essere efficace
nel sollevare l’efficienza in caso di lavoro ripetitivo. Per esempio, controllare la posta elettronica o ricopiare
un testomeccanicamente, con un po’ di musica di sottofondo sarà più piacevole e facile.
Ma con lo studio è lo stesso? Quale musica può aiutarvi a raggiungere il vostro diploma on line?
Cerchiamo di capire meglio fattori e caratteristiche.
Natura
I suoni della natura possono giovare alle prestazioni cognitive, alla concentrazione e al grado di soddisfazione.
I ricercatori del Rensselaer PolytechnicInstitute hanno sperimentato il suono di un ruscello di montagna:
i soggetti testati hanno evidenziato una bassa attitudine a distrarsi dimostrando che
il sottofondo di un suono naturale potrebbe essere in grado di stimolare umore e concentrazione.
Emozioni
Attenzione. Un’altra ricerca, invece, realizzata a Taiwan, dice il contrario: ascoltare musica che non coinvolga
pare permettere di mantenersi più concentrati. I ricercatori hanno costatato come la passione nell’ascolto condizioni la concentrazione testando un gruppo di lavoratori che sonodiventati più distratti e meno collaborativi con sottofondo di musica a loro molto gradita che in un certo senso li coinvolgeva troppo.
Parole
Le parole distraggono. Lo afferma una ricerca effettuata a Cambridge nel 2008 che ha dimostrato come la perdita
di produttività dipenda non dalla musica ma dalle parole che, essendo “comprensibili” inducono
a spostare l’attenzione dal lavoro che si sta svolgendo per cercare di capirne e
seguirne il significato, impegnando così attenzione e concentrazione.
Volume
Forse un’ovvietà. L’Università dell’Illinois, in collaborazione con la British Columbia di Vancouver
e l’Università della Virginia, hanno dimostrato che un livello di suono moderato sia perfetto per stimolare
il pensiero creativo: un suono basso o dall’ampiezza media è in grado di aprire la mente e invitarla
al pensiero astratto, mentre l’elevato volume diminuisce la capacità del cervello di elaborare le informazioni poiché lo “sovrasta” ostacolando concentrazione e attenzione. In parole povere, distrae.
Ritmo
Il ritmo influisce sullo stato di attivazione/eccitazione. Uno studio canadese ha scoperto che le persone
raggiungono un punteggio elevato nei test di QI durante l’ascolto di musica ritmica.
La migliore in assoluto? La musica barocca. Vivaldi, per esempio.
Risultati confermati da una piccola ricerca condotta dall’Università del Maryland in collaborazione
con l’Università di Medicina della Pennsylvania, nella quale i volontari hanno riportato un sostanziale
miglioramento nel lavoro e nell’umore mentre ascoltavano musica barocca.