Studio on line e stress? No, grazie! (Parte 1)
Che cosa è e come funziona lo stress
Per molti studenti on line lo stress è un nemico importante. Quando aggiungiamo lo studio a una vita già piena, tra lavoro e famiglia, il carico e la tensione possono salire. Così anche per chi sceglie la scuola on line invece di quella tradizionale per un disagio emotivo. Tutte ragioni plausibili per sentirsi sotto pressione. C’è una soluzione: conosciamo lo stress e impariamo a fronteggiarlo.
La vita va veloce, le responsabilità sono tante ma in tutto questo è legittimo cercare lo spazio per le proprie ambizioni e necessità. Trovare un modo per non farsi soverchiare da tanti impegni, dall’ansia, dalla mancanza di tempo e dalle preoccupazioni è fondamentale per raggiungere i nostri obiettivi senza pagarne il prezzo psicologicamente e fisicamente. Riprendere a studiare è un desiderio legittimo e importante e trovare lo spazio per farlo è possibile. Scriviamo qui di seguito alcuni spunti di riflessione sulla bestia nera della nostra epoca: lo stress.
Che cosa è?
La parola stress deriva dal latino strictus, cioè serrato, compresso.
Nella lingua inglese è passato originariamente difficoltà, avversità e in seguito ha assunto i significati più ristretti di tensione, pressione, sforzo.
L’inizio dello stress
Nel 1936, il ricercatore Hans Selye lavorava alla McGill University di Montreal.
In quel periodo i suoi esperimenti consistevano nell’iniettare quotidianamente una certa sostanza a dei ratti per testarne gli effetti. Sui topini testati riscontrava ulcere, atrofia dei tessuti del sistema immunitario, ingrossamento delle ghiandole surrenali. Ma successe una cosa strana: gli stessi sintomi erano presenti anche in un gruppo di controllo parallelo, cioè ratti a cui era stata iniettata quotidianamente una soluzione fisiologica (innocua). I due gruppi di animali avevano in comune solamente il fatto di aver subito quotidianamente delle iniezioni, quindi i sintomi che presentavano dovevano essere una risposta dell’organismo ad esse. Selye cercò di dimostrare la sua tesi facendo poi esperimenti su gruppi di topi esposti ad altri fattori di “sofferenza” come l’esposizione a temperature molto elevate o molto basse, a tossine, rumori forti e agenti patogeni. I risultati furono gli stessi. Per indicare quindi questa “risposta non specifica dell’organismo a uno stimolo negativo” venne usato il termine “stress” e da qui nacque la disciplina che lo studia.
Come funziona
Quando il nostro organismo è sottoposto ad ostacoli fisici/psicologici reagisce con particolari risposte che coinvolgono molti apparati e funzioni. Tutte queste reazioni vanno sotto il nome di “sindrome adattiva generica” o, più semplicemente, stress.
Lo stress è dunque uno stato di tensione o resistenza di una persona a forze interne o esterne che agiscono su di essa.
Cosa succede nel corpo? La risposta si può suddividere in tre fasi.
- Allarme
L’organismo risponde agli eventi stressanti mettendo in atto meccanismi di reazione sia fisici che mentali.
Dal cervello, e precisamente dall’ipotalamo, parte un ormone, l’ACTH, che stimola l’ipofisi che a sua volta stimola la corteccia surrenale a produrre il cortisolo, un cortisone naturale molto potente. Il cortisolo determina aumento del battito cardiaco, pressione sanguigna, tono muscolare ed attivazione psicofisiologica (spavento, attenzione ecc…) perché il corpo sia attivato a reagire al fattore di disturbo esterno (con la fuga, per esempio). - Resistenza
Se lo stimolo esterno perdura, l’organismo cerca di “tenere duro” tentando di combattere e contrastare gli effetti negativi della tensione prolungata. Sì perché, se il cortisolo continua ad essere prodotto, il corpo resta in costante allerta e a lungo andare ciò determina affaticamento e logorio. - Esaurimento
Se gli eventi stressanti continuano ad agire, il soggetto può venire sopraffatto:
è la fase del crollo, l’esaurimento delle energie e avviene quando la fonte di stress è superiore alla capacità di resistenza. Possono prodursi effetti negativi permanenti sia nel corpo che nella psiche. - Stress legato alla sopravvivenza: il dolore fisico, la malattia, situazioni di minaccia più o meno grave alla vita e alla salute.
- Stress ambientale: inquinamento, traffico, sovraffollamento, disagio, scomodità, situazioni di lavoro e di vita insalubri. Anche questo è il caso di tanti studenti della nostra scuola on line.
- Stress di tipo psicosociale, cioè in generale tutti gli stati psicoemotivi che insorgono nell’individuo in relazioni a novità o situazioni difficili: frustrazioni, senso di inadeguatezza, la fine di relazioni significative, responsabilità etc…
- L’età del soggetto (un bambino di nove anni ha meno risorse per adattarsi ad un evento stresso rio rispetto ad un adulto)
- La prevedibilità degli eventi stressanti (la morte di un parente anziano e malato è meno stressante rispetto alla perdita di un figlio)
- La gravità degli eventi stressanti
- L’interpretazione soggettiva degli eventi: tutto è sempre mediato dal significato che ciascuno attribuisce agli eventi interni ed esterni che vive.
- frequente sensazione di stanchezza generale
- accelerazione del battito cardiaco
- difficoltà di concentrazione
- attacchi di panico, crisi di pianto
- depressione
- frustrazione
- attacchi di ansia
- disturbi del sonno
- dolori muscolari
- ulcera dello stomaco
- crampi allo stomaco
- colite
- facilità ad ammalarsi
- sensazione di noia nei confronti di ogni situazione
- irritabilità
- abbassamento delle difese immunitarie
Eustress
Non è detto in realtà che lo stress sia sempre negativo. Nella fase iniziale parliamo di stress buono (eustress), cioè uno stato di attenzione e vigilanza dell’organismo che non ne minaccia la salute, ma che al contrario è il segno della sua capacità di reazione, e di adattamento agli stimoli. Migliora la performance, facilita l’adattamento alle richieste dell’ambiente.
E’ insomma quel giusto stato di energia che accompagna la vita quotidiana. E che, per esempio, intraprendere il percorso di un diploma on line genera!
Possiamo dire che senza eustress, saremmo un po’ degli zombi incapaci di iniziativa e di soddisfare i nostri bisogni o desideri.
Distress
Lo stress negativo o distress, invece, si ha quando gli stimoli stressanti (e la conseguente produzione di cortisolo) sono prolungati e instaurano così un logorio progressivo fino alla rottura delle difese psicofisiche.
Il distress, diversamente da ciò che si potrebbe immaginare, non è obbligatoriamente legato solo a situazioni di pericolo, tensione, ansia protratta, iperattività, ipersollecitazione emotiva etc…
Anzi, la sua caratteristica specifica è proprio di potersi riferire sia a situazioni come quelle appena descritte, sia al loro esatto contrario, cioè a condizioni di assenza di stimoli. Può stressare un lavoro frenetico in un ambiente competitivo che costringe a tenere costantemente le antenne alzate, come un animale che rischia in ogni momento di trasformarsi da predatore a preda, ma stressa nel medesimo modo un lavoro noioso, ripetitivo, routinario, in cui mai una novità si affaccia all’orizzonte e tutto procede in una sfiduciata indolenza. Molti dei nostri studenti colgono l’opportunità di prendere il diploma on line proprio per potersi sottrarre a situazioni di sofferenza lavorativa.
Cause
Tanti eventi piccoli o grandi possono metterci sotto pressione ma sostanzialmente possono essere suddivisi in tre grandi gruppi.
Fattori che aumentano/alleviano l’entità dello stress
Ai fini della riuscita delle strategie adattive si considerano: