COP26: cos’è e perché è un evento così importante?
- Pubblicato da Antonella Di Leo
- Categoria Cultura e società
- Data 18 Novembre 2021
Che la crisi climatica sia una questione urgente è ormai fin troppo evidente. Per questo negli ultimi giorni tutti gli occhi sono stati puntati su Glasgow, che dal 1 al 12 novembre ha ospitato la COP26, la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2021.
Siamo arrivati a un punto di svolta? La COP26 si è chiusa con un'intesa sull'impegno internazionale contro l'emergenza climatica, ma indebolita dalle richieste finali dell'India, supportata dalla Cina, sul carbone. Ci sono stati degli accordi definiti storici tra i Paesi partecipanti, che si sono impegnati a fare di più per combattere il cambiamento climatico. Tuttavia, molti hanno definito la Dichiarazione finale come un “compromesso a ribasso”, come sicuramente era prevedibile, cercando di mettere d'accordo tutti i Paesi del mondo su dei temi tanto cruciali.
Senza dubbio ne avrete sentito parlare in questi giorni, ma sapete esattamente cos’è la COP26 e perché è stato un evento così importante?
Cos’è la COP26?
COP è acronimo di Conference Of Parties, ovvero la “Conferenza delle Parti” sul clima organizzata dall’ONU, che riunisce tutti i leader mondiali, gli attivisti e i maggiori esponenti esperti di tematiche ambientali all’interno della comunità scientifica.
La COP1 è stata quella di Berlino del 1995. Da allora il cambiamento climatico è passato dall’essere una questione marginale a diventare una priorità globale.
Il 26° vertice annuale è stato presieduto da Regno Unito e Italia: quasi 200 leader mondiali si sono riuniti in Scozia per oltre dodici giorni di negoziati (le trattative infatti si sono prolungate fino al 13 sera).
L’obiettivo principale della COP26 era raggiungere un accordo sulle strategie da adottare per riuscire a contrastare gli effetti del cambiamento climatico da qui fino al 2030 e poi fino al 2050: questo decennio sarà determinante per il futuro del pianeta, perché rappresenta l’ultima possibilità per l’umanità di agire prima che sia troppo tardi.
Questo vertice, ritardato di un anno a causa della pandemia, si è posto obiettivi ambiziosi. La questione più importante dell’accordo è stata quella della neutralità carbonica, cioè gli impegni presi dai singoli paesi per arrivare alla condizione in cui si emettono tanti gas serra quanti se ne rimuovono dall’atmosfera. Tutti i paesi partecipanti si sono impegnati a rafforzare i propri obiettivi di riduzione delle emissioni da qui al 2030. Proprio Cina e India hanno voluto la sostituzione della parola “eliminazione del carbone” con “riduzione” negli accordi finali) e a rivederli ogni anno, anziché ogni cinque anni, cosa che li rendeva rapidamente obsoleti.
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Di cosa si è discusso durante la COP26?
La strategia di azione si basa su due principi nella lotta all’emergenza climatica: adattamento e mitigazione, strettamente interconnessi tra loro.
Questi principi sono ispiratori dei punti per negoziati durante la COP26:
1. Azzerare le emissioni nette a livello globale e limitare l’aumento delle temperature di 1,5 °C entro il 2050. Per raggiungere questi obiettivi ambiziosi, ciascun Paese dovrà:
- accelerare il processo di fuoriuscita dal carbone
- ridurre la deforestazione
- accelerare la transizione verso i veicoli elettrici
- incoraggiare gli investimenti nelle rinnovabili
2. Salvaguardare gli ecosistemi e le comunità umane nei luoghi dove il cambiamento climatico sta avendo il suo maggiore impatto e anche nei luoghi in cui avrà conseguenze in futuro.
Il clima sta già cambiando e continuerà a cambiare provocando effetti devastanti, anche riducendo le emissioni. Bisogna dunque mettere i paesi colpiti nelle condizioni di poter proteggere e ripristinare gli ecosistemi, ma anche costruire strutture più resilienti per contrastare la perdita di infrastrutture, mezzi di sussistenza e vite umane e per limitare le migrazioni climatiche.
3. Mantenere la promessa, fatta dai Paesi sviluppati, di mobilitare almeno 100 miliardi di dollari l’anno tra finanza pubblica e privata per il clima entro il 2020 affinché si possano raggiungere i primi due obiettivi.
4. Collaborare. Solo lavorando tutti assieme potremo affrontare le sfide della crisi climatica.
La collaborazione tra tutti i componenti della società è anche ciò che chiedono le nuove generazioni, che sono infatti quelli più minacciati dal cambiamento climatico poiché il loro futuro è a rischio. Durante l’incontro Youth4Climate, più di quattrocento giovani rappresentanti hanno redatto il manifesto per il clima consegnato poi ai leader mondiali.
Noi possiamo fare qualcosa?
Proprio quest’ultimo punto ci riguarda da vicino. Infatti, in attesa che i leader mondiali trovino una soluzione comune per affrontare il problema, anche noi, nel nostro piccolo, dobbiamo collaborare e possiamo fare qualcosa per salvaguardare il nostro futuro. Agendo con più consapevolezza e migliorando alcune abitudini di vita, come cercare di ridurre gli sprechi di acqua ed energia elettrica, facendo acquisti e consumi più responsabili o semplicemente facendo la raccolta differenziata.