ChatGPT: che cos’è e perché ne parlano tutti?
- Pubblicato da Antonella Di Leo
- Categoria Cultura e società, Curiosità
- Data 26 Gennaio 2023
Sempre più spesso si parla d’intelligenza artificiale e machine learning. Sembrano argomenti fantascientifici e futuristici, che potrebbero evocare scenari alla Terminator, dove l’intelligenza artificiale si ribella all’umanità con effetti catastrofici. Seppur (fortunatamente) siamo lontani da questo tipo di circostanze, alcuni avanzamenti tecnologici, come il tanto discusso ChatGPT, iniziano a far riflettere sulle ramificazioni di queste tecnologie. Di cosa si tratta?
Cos'è ChatGPT
ChatGPT, è l'acronimo di Chat Generative Pre-trained Transformer. È sostanzialmente un chatbot basato sull'intelligenza artificiale. È stato sviluppato da OpenAI e, sebbene sia ancora un prototipo rilasciato solo il 30 novembre 2022, molti sono convinti che si tratti davvero di una creazione sconvolgente, sia per per la sua potenza di funzionamento che le sue molteplici possibili applicazioni.
Questo chatbot è in grado di “conversare” a livello di un essere umano, e possiede inoltre delle conoscenze approfondite di ogni possibile settore. Il suo funzionamento è basato su un sofisticato modello di machine learning, quindi una capacità di apprendimento automatico fornito dagli sviluppatori, e diverse risorse “caricate” sul sistema. Quindi a una determinata domanda, di qualsiasi tipo, il bot è in grado di rispondere in modo approfondito, filtrando tra le informazioni che ha a disposizione.
Come funziona ChatGPT?
Per usare ChatGPT è sufficiente collegarsi a chat.openai.com e attivare gratuitamente un account (potreste dover rimanere un po’ di tempo in attesa, in quanto è sempre molto sovraccarica di utenti). Vi troverete davanti un’interfaccia, in Beta e attualmente in trial gratuito, che fornisce una guida introduttiva ed esempi di impiego.
Scorrendo l'elenco delle cose che è in grado di fare ChatGPT non si può che rimanere sbalorditi. I campi di applicazione sono davvero infiniti: si possono porre delle domande, dei quesiti matematici, chiedere la correzione grammaticale di un testo, la scrittura di riassunti, di qualsiasi tipo di testo (come una lettera di presentazione per una candidatura), traduzione di testi difficili in concetti semplici, creazione di codice informatico, di spiegare un pezzo di codice Python in un linguaggio comprensibile dall'uomo, e così via, il tutto anche in italiano.
ChatGPT è disponibile online da pochi mesi ma la comunità che sta contribuendo al suo sviluppo o impiego cresce costantemente. L’efficacia di questa tecnologia potrebbe rivoluzionare i settori dove è previsto un confronto umano.
Molti si chiedono se il suo perfezionamento potrebbe in futuro fare concorrenza (se non addirittura sostituire) alcuni mestieri come il copywriter, lo sviluppatore, il marketer o altre professioni. Se solo pensarci potrebbe far rabbrividire qualcuno, al momento siamo lontani da questo scenario, in quanto questa tecnologia presenta ancora molti limiti e difetti.
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Usare ChatGPT è “etico”?
Con l’avanzamento di questa tecnologia sono cresciute anche le preoccupazioni relative all’etica e alla correttezza del suo impiego in contesti diversi da quello ludico e ricreativo. Nasce il quesito se, ottenere questi testi già pronti (con costruzione e sintassi praticamente indistinguibili da quelle umane) e utilizzarli per il lavoro o lo studio, che dovrebbero essere “farina del proprio sacco”, sia in effetti etico (se non addirittura dannoso).
Molte università di diversi paesi, fra cui Stati Uniti e Australia, hanno già vietato l'impiego di ChatGPT per la realizzazione di tesine o studi accademici.
"A causa delle preoccupazioni per l'impatto negativo sull'apprendimento degli studenti e per la sicurezza e l'accuratezza dei contenuti, l'accesso a ChatGPT è vietato alle reti e ai dispositivi delle scuole pubbliche di New York", ha dichiarato Jenna Lyle, portavoce del Dipartimento dell’educazione di New York, in un comunicato riportato dalla Cnn.
Una politica condivisa anche dall’International Conference on Machine Learning (ICML), tra le più prestigiose al mondo nel settore, che ha proibito l’uso di questi sistemi per la scrittura di articoli accademici. Anche a Los Angeles l’accesso a ChatGPT è stato bloccato preventivamente in tutte le reti e i dispositivi del Distretto scolastico unificato, “per proteggere l’onestà accademica, mentre viene condotta una valutazione dei rischi e dei benefici”.
L’Australia ha avuto un approccio ancor più radicale. Qui tutte le università hanno deciso di tornare a svolgere gli esami con carta e penna, per eliminare definitivamente qualunque pericolo relativo all’utilizzo di ChatGPT durante le prove di esame.
Non sono quindi tutti così entusiasti dell’utilizzo di questa tecnologia in tutti campi. Iniziano a nascere app come GPTZero, creata da uno studente di Princeton, che serve a scoprire se un testo sia stato o meno scritto tramite intelligenza artificiale. Inoltre gli specialisti di machine learning della ICML hanno deciso di vietare l’uso di bot come ChatGPT per la creazione di articoli scientifici.
Senza dubbio l’avanzamento tecnologico spesso ci facilita la vita, molte attività un tempo lunghe e laboriose ora possono essere svolte in pochi secondi. Ma in alcuni campi potrebbe avere un impatto negativo, da qui la necessità di monitorare e regolamentare l’uso di alcuni tipi di tecnologia, soprattuto se ancora sperimentale.
Tu cosa ne pensi? Hai avuto già modo di provare ChatGPT? Scrivilo nei commenti.