Bullismo: cos’è e come difendersi – Parte 2
[Leggi la prima parte di questo articolo]
Capire e trovare le soluzioni giuste
IL DOLORE DELLE VITTIME
Il bullismo è una ferita sempre aperta, genera paura, senso di impotenza e uno stato di sofferenza interiore che fa sentire fragili e indifesi, che angoscia e paralizza. In alcuni casi è talmente pervasivo che si smette di fare i compiti o non si vuole andare a scuola. Per non affrontare il terrore perenne, la sensazione di non valere nulla, di essere sbagliati, di sentirsi in colpa, perfino di meritare quel trattamento.E anche la vergogna di essere trattati come inferiori e umiliati di fronte a tutti. Un carico emotivo devastante in un carattere in formazione e così dipendente dalla propria comunità come quello di un bambino o di un adolescente.
SEGNALI NASCOSTI
A volte bambini e adolescenti riescono a confidarsi, ma più spesso si vergognano troppo o pensano che comunque non ci sia un rimedio. E’ importante perciò osservare alcuni comportamenti che potrebbero rivelare un disagio.
- Rifiuto della scuola o disinteresse (andarci, studiare, fare i compiti)
- Graffi, ematomi, vestiti lacerati
- Sparizione ingiustificata di soldi o oggetti personali
- Isolamento sociale, anche dagli amici
- Nervosismo
- Silenzio
- Aggressività verso i familiari
- Ansia
- Mal di testa
- Mal di pancia
- La classica “pipì a letto”
- Disturbi del sonno
- Spossatezza
- Inappetenza, fame nervosa
PROVARE A CAPIRE
Se alcuni di questi “sintomi” si manifestano è opportuno indagare approfonditamente, primariamente con i ragazzi e in seguito anche con gli insegnanti.
Soprattutto con i più piccoli, meglio affrontare il discorso in maniera morbida prendendola alla larga, provando a creare lo spazio perché qualche indizio emerga senza fare domande dirette.
- Cosa avete fatto a scuola?
- Avete fatto qualcosa che ti è piaciuto?
- Avete fatto qualcosa che non ti è piaciuta?
- Con chi hai giocato/studiato?
- Che tipo di giochi avete fatto? Ti sei divertito?/ Che attività avete svolto? Ti hanno interessato?
- Ci sono bambini/ragazzi che ti piacciono nella classe/scuola?
- C’è qualcuno che invece non ti piace?
Sarebbe ideale poi chiedere poi all’insegnante se vede il bambino/ragazzo sofferente, triste o in disparte, se è integrato nella classe, se è successo qualcosa e quando. In tal caso chiedere di osservare più a fondo la situazione ed eventualmente cominciare ad agire in maniera delicata.
La scuola ha il dovere di assistere i genitori in questi casi e instaurare un rapporto di collaborazione e dialogo con gli insegnanti è una grande opportunità.
COSA FARE
Parlarne. Con genitori, amici, insegnanti. Ma è facile? No.
Le misure sociali da attivare sono diverse e coinvolti sono le famiglie, le scuole, gli insegnanti, le forze dell’ordine. Ma soprattutto è prioritario e fondamentale favorire, incoraggiare, diffondere una cultura del rispetto che da un lato faccia sentire tutti accettati e integrati, dall’altro che consideri i prepotenti figure sofferenti che devono essere fermate e aiutate. Per questo le campagne come quella di Amnesty International si stanno moltiplicando, sia da parte di associazioni private, sia da parte delle Istituzioni.
Purtroppo il lavoro è grande e, come tutte le battaglie culturali, richiede tempo.
GRAVI CONSEGUENZE NEL PRESENTE E NEL FUTURO
E’ importante capire che il bullismo è la manifestazione di un disagio sociale, sia per i bulli – potenzialmente antisociali o devianti – sia per le vittime – a rischio depressione e problematiche similari. Un disagio con lunghi strascichi. Infatti, se è vero che il bullismo si sviluppa soprattutto tra adolescenti e giovani, è vero anche che si trasforma con l’età e tra adulti ritornerà in termini di difficoltà relazionali importanti o come prevaricazioni di altro genere in ambito familiare, lavorativo, sociale. Un’autostima fortemente aggredita spesso crolla abbattendo la fiducia in sé e negli altri o inducendolo addirittura a replicare dinamiche di sopraffazione su chi è più debole. Ugualmente, chi comunica con la violenza facilmente perpetuerà questo linguaggio. In entrambi i casi il danno cadrà, vittima o persecutore, non solo sul ragazzo di oggi ma anche sull’adulto di domani.
SCUOLECODE OFFRE IL SUO CONTRIBUTO
Noi siamo chiamati in causa da genitori preoccupati per i propri figli, arenati in situazioni insanabili. Bambini o adolescenti che vengono molestati in classe, nella scuola o anche nel percorso tra casa e scuolain circostanze nelle quali purtroppo le istituzioni non hanno la possibilità o i mezzi per intervenire. Oppure quando il problema è sociale e di quartiere più che specificamente scolastico. Quel che noi possiamo fare è offrire una scolarità alternativa di alta qualità nell’ambiente protetto della propria casa – per periodi brevi o per l’intero anno scolastico o percorso di studi – affiancando allo studio autonomo la presenza “di persona” dei docenti, ampiamente disponibili via skype.
Noi speriamo e crediamo che la nostra formula, un home-schooling particolare perché attivato da una scuola on line ma costruito sulla vicinanza allo studente, possa essere di aiuto a tanti ragazzi e permetta loro di poter studiare tranquillamente e con profitto.