Troppa ansia a scuola
- Pubblicato da Emanuela Cattaneo
- Categoria Cultura e società
- Data 11 Maggio 2023
Dicono che la scuola è obsoleta e dannosa per il loro benessere psicologico, gli studenti italiani, i quali lamentano di accusare troppa ansia a scuola. I voti schiacciano e puniscono, non spiegano e non stimolano. Il malessere è palpabile, è trasversale, è ormai un tema con cui fare i conti concretamente. E qualcosa sembra muoversi in una direzione migliore.
PROTESTE A MILANO
Pochi giorni fa gli studenti del liceo Manzoni di Milano hanno occupato l’istituto per chiedere attenzione alla loro salute mentale e ripensare il sistema delle valutazioni. Un questionario diffuso poco prima dell’occupazione ha rilevato che “lo studio più che fonte di arricchimento e passione, è sinonimo di ansia a scuola, frustrazione e sofferenza a causa del peso della competizione e del giudizio attraverso il voto». E qualcosa è cambiato: i docenti ora sono obbligati ad accompagnare i voti numerici con motivazioni scritte. Anche il liceo Berchet, sempre a Milano, a inizio mese ha lanciato prima un sondaggio e poi una petizione per denunciare «il clima di ansia sistemico, presente in diverse classi, e la pressione psicologica controproducente per l’apprendimento e il percorso educativo».
VIA I VOTI A MESTRE E ROMA
Addirittura il liceo Giordano Bruno di Mestre ha tolto i voti, in una classe sperimentale: gli studenti per diversi mesi sono stati valutati in base ai «risultati raggiunti», che a fine quadrimestre sono diventati un voto unico in pagella. Per gli studenti questo è un buon inizio su una strada di miglioramento di fronte al livello di ansia e pressione che nelle scuole è aumentata negli ultimi anni, soprattutto con il Covid.
A Roma, il liceo Morgagni è una scuola voti-free già da otto anni. I docenti danno indicazioni agli studenti sulle competenze raggiunte, ma i voti appaiono solo alla fine del quadrimestre. Richieste simili in questi ultimi due anni hanno attraversato (e continuano a farlo) tutta l’Italia. Ai licei Minghetti, Copernico e Sabin di Bologna, per esempio, ma anche a Cagliari e Napoli, dove al Vittorio Emanuele si è parlato di «un sistema classista e distruttivo dal punto di vista psicofisico».
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UN’EDUCAZIONE MIGLIORE E MENO ANSIA A SCUOLA
La pedagogia moderna rileva da molto tempo che il sistema di valutazione attuale è obsoleto e inefficace. I voti sono pressoché sterili, serve una valutazione di tipo formativo, che parli di un percorso di apprendimento che parta dalle risorse positive che lo studente mette in atto e capace di comprendere senza stigmi anche la necessità fisiologica di momenti di pausa e di apparente regressione. No alla caccia all’errore.
NUOVE BATTAGLIE
I giovani ci dicono apertamente che ormai il sistema scolastico non funziona più e ce lo dicono con strumenti incontrovertibili: sondaggi e questionari. La loro protesta è pensata, organizzata, lucida. Forse il disagio è grande, è sensibile, è non più ignorabile. Il mondo vuole e osanna persone sempre vincenti e performanti. Puntare sempre al voto massimo, non solo è utopistico e quindi frustrante ma impedisce all’individuo di concentrarsi sui propri talenti, appiattendosi di fronte all’obiettivo dell’eccellenza a prescindere.
Crediamo che il fondamentale insegnamento che si possa trarre dal malessere degli studenti oggi sia che ognuno di noi ha limiti, da accettare, e talenti, da valorizzare. Non c’è un obiettivo uguale per tutti, ma un’ambizione totalmente personale che – certamente sempre con impegno – possa stimolarci ad essere il meglio che possiamo, per quel che possiamo. A fiorire.
Tag:ansia, scuola, sistema scolastico, voti