Scuola tradizionale: rotto il patto educativo tra genitori e insegnanti
- Pubblicato da Emanuela Cattaneo
- Categoria Cultura e società
- Data 14 Aprile 2022
Il rapporto tra genitori e insegnanti è, da sempre, causa di problematiche sia all'interno delle famiglie che nella scuola stessa. L’indagine Ipsos “Comprendere la scuola oggi” realizzata per Cisl Scuola, racconta un corpo insegnante provato da alcuni aspetti della pachidermica macchina scuola e dalle continue interferenze dei genitori, sempre sul piede di guerra con i docenti e troppo indulgenti con i figli. Ma anche di famiglie insoddisfatte. Da tempo, noi di Scuole CODE osserviamo la situazione ritratta da Ipsos, spesso ritrovandoci ad essere l’alternativa alle esperienze problematiche che questa tensione genera.
Le famiglie sono impiccione e ansiose. Così si esprimono gli insegnanti interpellati dal sondaggio Ipsos, presentato al congresso della Cisl del 16 marzo da Nando Pagnoncelli: “Il patto educativo è ormai un’espressione svuotata di significato”. Il lavoro dell’insegnante pare aver ancora alcuni lati positivi ma la burocrazia eccessiva, l’eccessivo numero di alunni, la scarsa formazione e la relazione problematica con le famiglie rendono il lavoro difficile e frustrante.
E proprio la relazione con i genitori, sempre pronti a sindacare sulle scelte di maestre e professori, è una delle principali problematiche della professione per il 70 per cento degli intervistati.
UN ESEMPIO A MILANO
Pare confermarlo l’episodio recente – ma di tanti abbiamo letto in passato - accaduto al liceo scientifico Leonardo da Vinci di Milano, dove la gestione del cosiddetto «contributo volontario» pagato dalle famiglie è stato il pomo della discordia: l’ufficio scolastico regionale si è trovato costretto prima a mandare gli ispettori e poi a decretare la chiusura del consiglio d’istituto per ingerenza nella potestà in materia didattica dei docenti e prevaricazione delle competenze del dirigente scolastico da parte dei rappresentanti dei genitori.
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LE ACCUSE RECIPROCHE TRA GENITORI E INSEGNANTI
Purtroppo la situazione non promette miglioramenti: se, per i docenti, le famiglie dovrebbero fidarsi di più degli insegnanti (91 per cento) e ascoltarli di più nell’educazione dei figli (90 per cento), l’86 per cento dei genitori vorrebbe partecipare ancora di più. Perché? Nove insegnanti su dieci (87 per cento) ritengono che i genitori siano indulgenti con i propri figli, uno su due (53 per cento) che siano assenti, tre su cinque (58 per cento) che siano ansiosi e infine il 62 per cento che siano frustrati.
E i genitori?
Tre su quattro (il 77 per cento) accusano i docenti di essere poco presenti e li definiscono frustrati (70 per cento), due su tre li trovano ansiosi, uno su quattro troppo severi con i propri figli. E anche se, tutto sommato, i genitori danno la sufficienza alla scuola frequentata dai figli, il 31 per cento ritiene che il sistema scolastico italiano in generale sia da bocciare.
Famiglie e docenti in contrasto anche sulla percezione di questa relazione difficile: per un insegnante su due i rapporti scuola-famiglia sono peggiorati nel tempo, viceversa il 38 per cento dei genitori ritiene che si siano rafforzati. Chiaramente dalla cattedra sentono di aver dovuto cedere su molti aspetti, mentre proporzionalmente padri e madri ritengono di aver conquistato spazi che in passato sembravano impensabili.
UN PATTO DA RIFORMULARE
Un altro aspetto che richiede attenzione è quello che Pagnoncelli definisce “l’asimmetria dei giudizi espressi da genitori e docenti”: un insegnante su tre non è soddisfatto del rapporto con i genitori della classe, mentre solo uno su quattro si dichiara pienamente appagato.
I genitori, invece, descrivono come “tutto sommato positivo il clima con il corpo insegnanti” ma osservano con una certa autoindulgenza il loro rapporto con la scuola, perché pensano che ad essere troppo invadenti e aggressivi nei confronti della scuola siano sempre gli altri genitori, mai loro.
La base fondante su cui abbiamo costruito Scuole CODE è la relazione docente-studente, e quando quest’ultimo è giovane, il genitore rientra nel dialogo. Non vogliamo giudicare il quadro di difficoltà ritratto da Ipsos perché siamo ben consapevoli che quella relazione è tanto preziosa quanto delicata. Non vogliamo giudicare l’amore dei genitori né l’impegno dei professori. Cerchiamo solo di esserci quando qualcuno ha bisogno di noi, di una didattica che per sua natura è più “vicina” alle famiglie, di una scuola che studia con i suoi studenti.